kitegen stem


Chi frequenta il mio blog conoscerà la mia passione per il kitegen, un generatore eolico d'alta quota che promette decisamente molto.

KITEGEN STEM: la prima centrale elettrica con eolico d'alta quota
Bene, sembra che le promesse stiano per tramitarsi in realtà: è già nelle fasi finali di costruzione ed a settembre inizierà il monaggio sul sito, la prima centrale eolica d'alta quota del mondo (cioè una struttura che produrrà industrialmente e venderà l'energia prodotta).

Si chiama Kitegen Stem, ha una potenza di 3 MegaWatt e si stima produrrà energia per almeno 5000 ore annue.... almeno il doppio del tempo di produzione delle torri eoliche tradizionali. Per dare un'idea la produzione dovrebbe essere sufficiente per almeno 1000 famiglie

EROEI
Sembra che vanti un EROEI (rapporto tra energia ottenuta ed energia spesa per costruirlo) all'incirca di 70, per dare un'idea di quanto sia alto questo valore si può dire che è un valore paragonabile a quello dei primi pozzi di petrolio della storia, quando bastava fare un buco in terra e raccoglierlo.
Il petrolio attuale dovrebbe avere un EROEI di 10-12, l'eolico tradizionale penso si attesti a valori intorno ai 7-8 mentre il solare fotovoltaico addirittura non arrivi a 5.

Troppo bello per essere vero? Si potrebbe pensare che sia una delle solite bufale, ma a dar manforte a questi valori ci sono ben 2 prototipi che lo hanno precedtuto: il mobilegen ed il KSU1, tramite i quali è stato possibile fare simulazioni e raccogliere i dati che hanno permesso la progettazione dello STEM.

COME FUNZIONA?
Il KiteGen STEM è il primo passo verso centrali ancora più grandi, quelle con configurazione a carosello, delle quali lo STEM è un tassello, nelle quali una serie di aquiloni fanno rotare un grandissimo rotore.
Per poter funzionare da solo lo STEM, che se ne sta invece bello fermo e immobile) adotta un piccolo trucco: il funzionamento a yo-yo.
In pratica l'aquilone sale di quota e mentre sale aziona un generatore posizionato a terra, una volta raggiunta l'altezza massima (850 m circa) l'aquilone viene in pratica tirato da un lato, in questo modo perde la sua portanza e scende velocemente di quota (fino a 400 circa) consumando pochissima energia. A questo punto le corde vengono riequilibrate e l'aquilone riacquista la propria portanza, tornando a salire ed azionando nuovamente il generatore.
Tutto questo potrebbe portare alla formazione di vere e proprie colonie di questi generatori, visto che è possibile installarne molti uno vicino all'altro, con una maglia di interasse di 100 metri.

COME UN VIRUS
Per chi stentasse a rendersi conto dell'effettivo significato dei dati dello STEM facciamo una piccola simulazione.
Il costo di uno di questi aggeggi (allo stato attuale) si aggira intorno ai 3 milioni di euro, con la produzione attesa, è possibile nell'arco di 2 anni di esercizio reinvestire i proventi della produzione elettrica ed installarne altri 2. Dopo altri 2 anni potrebbero senza alcun problema e senza cacciar fuori una lira, ottenerne 4, poi 8 e così via.
Ma questo è solo una stima molto cautelativa... investendo i proventi immediatamente quando si raggiunge la cifra del costo di uno STEM, ottenendo produzioni maggiori in termini di ore di utilizzo delle 5000 teorizzate (e tutto dice che ciò è più che probabile), riducendo il costo della singola macchina industrializzandone la produzione ecc. si potrebbe ottenere un prolificarsi degli insediamenti molto più veloce.
Con un investimento iniziale più consistente (tenete conto che per la centrale a gas di novi ligure sono stanziati 800 milioni di euro) potete immaginare che tipo di impatto potrebbe essere possibile nel quadro della produzione elettrica nazionale.

Per chi volesse saperne di più, segnalo un'interessantissima intervista del sole 24 ore al suo inventore

Commenti

mmarchitti ha detto…
Per chi è anche interessato all'aspetto economico segnalo www.wow.pe
Anonimo ha detto…
leggere l'intero blog, pretty good
Anonimo ha detto…
da semplice cittadina, fiduciosa in un futuro assolutamente migliore, vi confesso il mio entusiasmo a questo "incredibile" progetto.
In bocca al lupo, Sofia Astori
Anonimo ha detto…
good start

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